Salviamo i bambini sfruttati nelle piantagioni di coca in Colombia.

È arrivato l’inverno!

Siamo a metà marzo e qua tutti continuano a dire che è già arrivato l’inverno! Io continuo a dirmi che c’è qualcosa di strano, ci troviamo nell’emisfero boreale, le stagioni dovrebbero essere le stesse che abbiamo noi in Italia: l’inverno inizia il 21 dicembre e finisce il 20 marzo quando finalmente arriva la primavera. Beh, qua non è così! Ci troviamo talmente tanto vicino all’equatore che le temperature rimangono costanti tutto l’anno, che il sole sorge sempre alla stessa ora (intorno alle 6 del mattino) e tramonta esattamente 12 ore dopo, così da gennaio a dicembre.

A ogni modo, si può comunque distinguere tra due stagioni, quelle che loro chiamano “verano” e “invierno”, traducibili con “estate” e “inverno”. Si tratta in realtà di una stagione secca e una delle piogge. Non immaginatevi però le piogge amazzoniche, torrenziali e ininterrotte per mesi. Qua è molto schematico, a differenza di qualsiasi altra cosa in questo paese, la mattina c’è il sole e il pomeriggio piove. Molto semplice. Alcuni pomeriggi la pioggia arriva di colpo, molto forte ma dura poco, magari una o due ore, non di più; altri pomeriggi arriva più delicatamente ma rimane fino a tardi, come se ci volesse costringere a chiuderci in camera, ad andare a letto presto e così da poter approfittare della mattina successiva che sicuramente sarà soleggiata e piacevole.

Per la fondazione la pioggia è sia una benedizione che una maledizione, dipende dai punti di vista. Grazie alla pioggia, il mais, così come molte altre coltivazioni, cresce più in fretta e ci darà la possibilità di avere più velocemente il raccolto. Grazie alla pioggia possiamo risparmiare moltissima acqua che useremmo per irrigare i campi e innaffiare le piante. Non mancano però gli aspetti negativi: la pioggia obbliga i ragazzi a stare nei pochi spazi al chiuso di cui la fondazione dispone, e questo spesso vuol dire fare i compiti tutto il pomeriggio e non poter fare l’ora di sport; la pioggia non ci permette di asciugare i vestiti (visto che qua si stende tutto all’aperto e non ci sono altre possibilità); la pioggia rende tutto fangoso e di conseguenza i corridoi e tutti gli spazi che i ragazzi lavano con cura tutti i giorni, non durano puliti neanche cinque minuti; la pioggia obbliga gli operai della Cappella a interrompere i lavori rischiando di ritardare di molto la consegna del progetto e dunque l’inaugurazione tanto attesa da Padre Rito.

Anna,ALIAS Anita

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