Salviamo i bambini sfruttati nelle piantagioni di coca in Colombia.

Una giornata tipo

La prima campana suona alle 4.30.

Mi sono lamentata per 18 anni della sveglia alle 7.00 per arrivare a scuola alle 8 del mattino. Qua la giornata invece inizia un’ora e mezza prima dell’alba: un’ora e mezza! Le bambine sono le prime a svegliarsi, hanno bisogno di più tempo per prepararsi. La doccia è fredda e i capelli sono incredibilmente lunghi. Lavarsi non è piacevole e può richiedere più tempo del previsto visto che l’acqua potrebbe non arrivare, o fermarsi proprio mentre ci si sta insaponando. Per i ragazzi la routine mattutina è più veloce, sveglia alle 5, doccia, ci si veste e si rifà il letto in pochi minuti.

La colazione è alle 5.30 in punto. Ognuno passa a ritirare il suo piatto – di arepas pancitos con uova o formaggio, di toast con “prosciutto” e formaggio o persino di caldo (brodo) con patate, uovo o carne e pane – dalla finestra della cucina e di corsa al comedor. Una volta che tutti sono seduti si può finalmente pregare e ringraziare chi ci ha preparato la colazione. Alle 6.10 tutti i ragazzi si incamminano verso il collegio, per fortuna è a pochi minuti a piedi. AdÁbrego non tutti hanno la stessa fortuna: alcuni compagni di classe devono camminare anche un’ora o un’ora e mezza prima di arrivare a scuola.

Dopo sei ore, alle 12.00, le lezioni finiscono e i ragazzi iniziano ad arrivare per il pranzo. A differenza della mattina, per rientrare, si muovono in piccoli gruppi, i “fortunati” hanno avuto il permesso di uscire subito da scuola, altri vengono trattenuti più a lungo del previsto da alcuni professori che vogliono finire la spiegazione.

Il pranzo tipico in Fondazione, come in tutta la Colombia, prevede un mosaico di arroz (riso), carne, o pollo, o legumi, o pesce, accompagnati da yuka o platano, fritto o cocido (semplicemente bollito in acqua con un po’ di panela – zucchero nel suo stato più naturale possibile – perché il dolce va sempre bene), nei giorni buoni c’è anche un po’ di insalata di pomodoro e cipolla. Il pranzo è veloce, ognuno passa a ritirare il suo piatto, la preghiera è individuale e appena si finisce di mangiare si può andare a descansar (riposare); alle 14.00 tutti devono essere pronti per iniziare lo studio.

Anche il pomeriggio è scandito dal suono della campana. Alle 14.00 inizia lo studio, alle 16.00 è il momento dell’aseo (pulizie della casa), ogni gruppo ha il suo compito: c’è chi è incaricato del comedor, chi dei corridoi principali, chi della casa de los niños, chi di quella de las niñas. Alle 16.30 tutti a fare un po’ di sport. La fondazione da questo punto di vista è fortunata, ha gli spazi adatti per un campo da pallavolo, uno da micro (calcetto a 5), ha un tavolo da ping-pong (o come lo chiamano qua pin-pon), ha persino attrezzato una mini palestrina per fare i pesi.

Alle 17.30 suona una delle ultime campane della giornata, tutti corrono a lavarsi e farsi belli per la cena delle 18.00, puntuali!

Alle 18.00, di nuovo tutti in coda davanti alla cucina. Direi che non esiste una cena tipica ma sicuramente c’è da dire che a volte la cena può essere molto simile a una colazione. Ci sono giorni in cui c’è il solito arroz, a volte accompagnato da una zuppa di verdure o di carne, a volte condito con un po’ di tonno, a volte fatto nella versione dolce con latte, zucchero e cannella. Il martedì solitamente è il “pancakes day”, la cena è infatti composta da un paio di pancakes dolci con formaggio super salato rallado (grattuggiato). Un’altra cena che non manca mai in settimana è la pasta, corta o lunga che sia, condita in vari modi ma sicuramente iper-cotta, qua piace così. Alla fine non è male, bisogna solo farci l’abitudine.

Alle 19.00 ci si ritrova tutti insieme per un momento di condivisione e di preghiera per poi continuare con i compiti o, nel finde (fine settimana) per vedere una pelicula (film) o giocare tutti insieme.

Al più tardi alle 21.00 tutti devono andare in camera e mettersi a letto. Alla sveglia mancano solo poche ore.

Anna, Alias Anita

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